Nove artisti per la ricostruzione

Opere donate:

Ponte Belvedere di Volkwin Marg

PONTE BELVEDERE L'AQUILA

DONAZIONE DA PARTE DI VOLKWIN MARG/ NOVE ARTISTI PER LA RICOSTRUZIONE

Venezia/Amburgo, 16 Febbraio 2020

A Giugno dell'anno scorso su invito del critico d'arte Roberta Semeraro, ideatrice e curatrice del progetto "Nove artisti per la ricostruzione", il Prof. Ing. Arch. Volkwin Marg fondatore dello studio "Gerkan, Marg and Partners", uno dei più grandi studi di progettazione della Germania e del mondo, ha accolto l'invito a donare alla città dell'Aquila un suo progetto per il ponte Belvedere come secondo intervento d'arte in scala monumentale di sostenibilità ambientale dopo l'Amphisculpture di Parco del Sole di Beverly Pepper.

I giorni 7 e 8 agosto 2019, Volkwin Marg accompagnato dal suo assistente e dai suoi collaboratori l'Arch. Clemens Kusch e l'Ing. Maurizio Milan (fondatore a sua volta di uno dei maggiori studi italiani d'ingegneria, Milan Ingegneria, che è al suo attivo più di 1000 interventi nel mondo di natura complessi realizzati con materiali innovativi), ha effettuato il suo primo sopralluogo all'Aquila per prendere visione dell'attuale condizione di Ponte Belvedere e dell'area limitrofa a partire dalla Fontana delle 99 Cannelle.



Racconta Roberta Semeraro:

Ero a conoscenza della questione del Ponte Belvedere già dal 2011, quando il mio progetto per la ricostruzione era cominciato e mi stavo occupando della realizzazione dell'opera di Beverly Pepper. Fu allora che per la prima volta sentii parlare di un intervento di ricostruzione per questo ponte, situato in una posizione strategica ed importante del centro storico della città. L'anno scorso quando è tornata in auge la questione, sono stata nuovamente contattata per cercare un archistar che firmasse il progetto del Ponte Belvedere. Le donazioni di grandi progetti di opere di architettura sono molto più complesse di quelle di scultura monumentale, così non è stato semplice trovare un archistar tanto generosa da accettare il mio invito. Grazie alla mia precedente collaborazione con l'Arch. Clemens Kusch, che affianca Marg nelle sue opere in Italia, infine sono riuscita ad ottenere la disponibilità del Professore. E' evidente che la generosità in questo caso è consequenziale ad una lunga e fortunatissima carriera, quando l'interesse per il territorio e per l'ambiente diventa molto più importante di qualsiasi altra cosa. Ed è questo l'approccio che ha avuto il Professore, quando quest'estate siamo stati insieme all'Aquila. Non solo ha visitato e ripercorso più volte il Ponte Belvedere, ma ha voluto percorrere passo dopo passo, l'intera area adiacente che porta in salita dalla fontana delle 99 cannelle al ponte. Con i suoi 84 anni mentre impervido risaliva il pendio sotto il sole cocente, ho rivisto in lui quello stesso senso di appartenenza e amore per i luoghi che aveva Beverly Pepper quando percorreva in lungo e in largo, Parco del Sole prima che nascesse l'Amphisculpture. La prima sera stessa del nostro soggiorno all'Aquila, Marg aveva già compreso quale poteva essere il suo contributo al territorio con questo ponte . Il progetto che mi ha inviato ad ottobre, dimostra non solo quella visione umanistica della città che ben si addice alla tradizione delle nostre città storiche italiane, ma anche la sua grande sensibilità e attenzione per il paesaggio e l'ambiente. E' evidente che per Marg (che è anche un ingegnere), un ponte sia una infrastruttura di tale importanza da non poter essere camuffato o sopraffatto da altri volumi. Le forme dell'architettura di Marg, sono forme archetipo pur essendo realizzate con tecniche e linguaggi all'avanguardia, pertanto non impattanti dal punto di vista ambientale. Nelle sue opere c'è sempre poi un elemento narrativo che avvicina le persone ai luoghi e che le fa sentire a casa. Ed è per questo che il suo disegno per il Ponte Belvedere si sposa perfettamente con i presupposti e gli obiettivi di "Nove artisti per la ricostruzione". Sono orgogliosa di aver presentato questo splendido progetto alla città dell'Aquila e di aver creato l'opportunità di ricevere una donazione da una famosa archistar. Tra l'altro e non è cosa da poco, considerando che nel nostro Paese ci sono moltissime opere pubbliche incompiute, vorrei sottolineare che Marg si è contraddistinto ultimamente per aver portato a termine nel tempo e nel budget preventivati inizialmente, il Palacongressi di Rimini.>>

Conclude Clemens Kusch:

"Il grande vantaggio del progetto è che i singoli componenti del progetto - il ponte, il garage, il recupero della stazione di servizio, la fontana, la sistemazione della viabilità e del parco delle 99 cannelle - possono essere tutti realizzati autonomamente e anche in tempi diversi a seconda della disponibilità finanziaria e delle diverse aree di intervento. E' quindi possibile la realizzazione in lotti diversi garantendo una funzionalità di ciascuna fase e una piena fruizione dei singoli spazi, contraddistinti da chiara leggibilità, senza spazi di risulta, che rischiano sempre di diventare zone poco utilizzate e quindi di degrado. Il linguaggio architettonico adottato è piuttosto quello del rimando a forme archetipe, come l'arco di ingresso, senza l'introduzione di forme e materiali estranei alla tradizione architettonica che contraddistingue il centro storico. Con il progetto cosi articolato viene anche evitato di dover affrontare un progetto eccessivamente ambizioso, complesso ed economicamente impegnativo che comporterebbe il rischio, con realizzazioni parziali, tempi lunghi, complessità geotecniche e strutturali, di divenire un ennesima opera incompiuta."

Amphisculpture di Beverly Pepper


AMPHISCULPTURE DI PARCO DEL SOLE

LUOGO: Parco del Sole, l'Aquila

ANNO: 2010/2018

BENEFICIARIO: Comune dell'Aquila

SUPERFICIE: 3,80 ha

CAPIENZA: minimo1800 posti gradonata (massimo 6000 posti)

MATERIALI: pietra bianca di Pacentro e pietra rossa di Verona

PROJECT LEADER: scultriceBeverly Pepper

CONSULENTI: Roberta Semeraro (curatrice), Michele Ciribifera (primo assistente Beverly Pepper), Eni s.p.a. (sponsor) , Soprintendenza per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città dell'Aquila e i Comuni del Cratere, Antonello Garofalo e Corrado Marsili (direzione cantiere)

STATO DEI LAVORI: conclusi

Scala d'intervento: LARGE

AMPHISCULPTURE

Beverly Pepper conosciuta nel mondo per le sue opere di land art tra cui le famose amphisculpture/amphitheater (teatri all'aperto), ha ideato per lo spazio pubblico di Parco del Sole proprio nel cuore della città, questa grande opera per restituire all'Aquila un luogo di aggregazione sociale dove potersi svagare e fare cultura.

Pepper ha lavorato assecondando le forme naturali del paesaggio e dialogando con la sua storia, in questo caso rappresentata dalla famosa Basilica di Collemaggio, alla quale l'artista si è ispirata per il suo teatro riprendendo la stessa pietra rosa e il motivo della pavimentazione in una parte della gradonata e nel palcoscenico.

L'Amphitheater di Pepper è una risposta all'emergenza sociale soprattutto per i giovani aquilani, che avranno un luogo d'incontro in tutte le stagioni poiché l'artista ha previsto che durante l'inverno, il palcoscenico possa diventare una pista di pattinaggio.

Gli aspetti monumentale, pubblico, funzionale e sociale che caratterizzano questa scultura ambientale la rendono simile ad un'opera di architettura e come ricorda l'artista, le amphisculpture cominciarono proprio quando l'architetto Gene Kohn le chiese di trovare una soluzione ad un ampio terreno di riempimento.

Ha dichiarato Beverly Pepper in una recente intervista :

In qualsiasi posto del mondo che siano gli Usa o l' Italia quando creo un'opera pubblica la prima cosa che penso è che sto creando qualcosa di UNIVERSALE. In particolare in una città come L'Aquila, le persone si sono trovate di fronte ad una grande tragedia che ha coinvolto tutta la popolazione e quando succedono queste tragedie nasce un senso di colpa, pur trattandosi di una calamità naturale, le persone si guardano intorno e si chiedono..Perché proprio a me?

La chiave di salvezza è sentire più di tutto che appartieni a quel posto. Che hai una storia lì e che questa storia ti appartiene. È il senso di appartenenza che ci salva e in questo l'artista ha un compito fondamentale nelle opere pubbliche.

Se l'opera è riuscita, sposa il paesaggio! Devi riconoscere che lo spazio in cui l'opera viene collocata dà un contributo tanto importante quanto l'opera stessa. Devi rispettare quello spazio solo cosi può integrarlo al paesaggio.

Molti artisti quando creano pensano di essere Dio, io non ho questa sensazione, sono grata di avere uno spazio, ma è un spazio pubblico! Cerco soprattutto di non essere troppo invasiva e di rispettare la sua natura. Non cerco di dominalo ma di assecondare la sua natura.

Come dicevo prima molti artisti quando creano opere pubbliche mettono prima se stessi, creano come se fossero davanti ad uno specchio. L'arte può avere una funzione sociale molto importante ma solo quando l'artista smette di dominare e si mette a dialogare con lo spazio che gli è stato dato.

Non è un concetto profondo è un concetto pratico..far funzionare un'opera di land art in modo che le persone possano trarne beneficio e possano diventarne parte nel loro quotidiano vivere!"

THE NARNI COLUMNS

Le sculture Gemini I e Gemini II poste all'ingresso dell'opera (che ricalcano nella loro collocazione l'amphisculpture di "Fattoria di Celle" realizzata dall'artista in Toscana nel 1992), risalgono al 1991 e fanno parte della grande famiglia delle Columns e Sentinels, sculture ispirate agli obelischi monolitici di epoca archeologica, che l'artista ha realizzato in tutto il mondo. In particolare di questi esemplari si ricordano le Todi Columns, realizzate a Terni e installate prima nella piazza del Popolo a Todi nel 1979 e poi nel 1996 nello spazio Thetis a Venezia, e le celebri Moline Markers e le Manhattan Sentinels concepite dal 1993 al 1996 per Federal Plaza a New York, quando Pepper fu selezionata tra gli artisti che avevano presentato la loro candidatura all'Art-in-Architecture Program del General Services Administration del governo degli Stati Uniti.

Le due colonne di acciaio corten, di sei metri d'altezza ciascuna furono ideate da Beverly Pepper per una grande installazione organizzata a Narni, dove l'antichissima rocca faceva da sfondo. Dopodiché furono trasportate negli Stati Uniti (Sharon, Connecticut) e appoggiate temporaneamente nel parco della casa della poetessa Jorie Graham, figlia della scultrice. Il 4 agosto 2017 Beverly Pepper ha donato le due sculture alla Fondazione CARISPAQ per essere installate all'ingresso del suo teatro a Parco del Sole.

Le colonne sono arrivate infine all'Aquila dal Connecticut, il 25 ottobre 2017.

Brano scelto dal libro "Ricostruire con l'Arte" di Roberta Semeraro, cap. V paragrafo "Le colonne di Narni, le sentinelle di Parco del Sole:

L'atto di donazione fu firmato dal presidente Fanfani, da me ed Elisa in qualità di testimoni e dalla scultrice (che era entrata nel suo novantaquattresimo anno di vita) nella sua casa di Torregentile di Todi. Seduti sempre allo stesso tavolo che era stato a sua volta testimone di tutte le riunioni e decisioni più importanti prese per l'amphisculpture, erano presenti il notaio Marco Carbonari e il segretario della fondazione Davide Iagnemma oltre i due scultori assistenti di Beverly, Michele e Antonio Buonfiglio. Di quello speciale matrimonio che si celebrava nel mondo dell'arte tra l'artista e la città dell'Aquila, rimane il ricordo degli ottimi confetti colorati di Sulmona portati in regalo dal segretario della fondazione.>>

La Biblioteca per L'Aquila di Linda Karshan

LA BIBLIOTECA PER L'AQUILA

LUOGO: Palazzo dell'Emiciclo

ANNO: 2019

BENEFICIARIO: Consiglio Regionale d'Abruzzo

MATERIALI: libri, pietra, marmo, drawings, digital sounds 

PROJECT LEADER:  Linda Karshan

CONSULENTI: Roberta Semeraro (curatrice),  Carmelo Grasso, Eleonora Laurini, ANCE giovani L'Aquila

STATO DEI LAVORI: concluso

Scala d'intervento: SMALL


La Biblioteca per L'Aquila di Linda Karshan

Dopo circa dieci anni dal terremoto, grazie ai lavori di restauro sapientemente condotti dalla Soprintendenza per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città dell'Aquila e i Comuni del Cratere, a progetti nazionali e internazionali di cooperazione e solidarietà come Nove artisti per la ricostruzione, e non ultimo all'impegno delle istituzioni del territorio e dei suoi cittadini, L'Aquila sta rinascendo dalla macerie come una nuova città che sente l'esigenza di ripopolare i luoghi e farli rivivere, proiettandoli verso il futuro.

Dall'incontro avvenuto a novembre 2018 con la delegazione dell'Aquila all'Ateneo Veneto di Venezia, in occasione della conferenza Venezia-L'Aquila, un ponte culturale di solidarietà e della presentazione del libro Ricostruire con l'arte, è emersa l'esigenza da parte del comitato ANCE giovani L'Aquila, di attirare l'attenzione del pubblico nazionale ed internazionale, sui prestigiosi Atenei della città con il fine di riportarli ad essere quegli importanti centri di studi che erano prima del sisma.

Come risposta concreta a questa necessità e come ideale completamento del teatro all'aperto di Beverly Pepper per Parco del Sole, il progetto Nove artisti per la ricostruzione ha focalizzato la sua attenzione sull'artista anglo americana Linda Karshan il cui lavoro, per il suo alto profilo culturale, è seguito dalle accademie e dai musei più accreditati d'Europa tra i quali il British Museum di Londra.

Karshan quest'anno è stata ospite con la mostra intitolata Art, Architecture and Sacred Geometry in conversation , nell'Abbazia di San Giorgio Maggiore a Venezia durante la Biennale di Architettura 2018.

Il pensiero dell'artista s'ispira alla filosofia greca e in particolare a Platone, quando nel Timaiòs rapporta il mondo (in ogni manifestazione), all'ordine numerico della matematica.

Karshan si è distinta nel panorama dell'arte grazie al suo personale e originale linguaggio artistico elaborato con una tecnica universale, nella quale il disegno diventa un atto scultoreo, che si ottiene con disciplina, esercizio e profonda concentrazione contando il ritmo del proprio respiro e in totale equilibrio con il corpo.

Come è stato evidenziato nella mostra di San Giorgio Maggiore, i suoi disegni ricordano moltissimo per la loro estrema precisione e naturalezza, le miniature degli amanuensi nei libri sacri e i motivi geometrici delle architetture gotiche fatte a mano dagli artigiani.

Partendo dal presupposto che la mente ordinatrice del mondo si manifesta in tutte le cose ed in primis nelle proporzioni del corpo umano (l'uomo vitruviano di Leonardo), l'artista rivela nei suo disegni l'essenza pura delle cose.

Per raggiungere questa sorta di trance tecnico, è necessario che la mente sia allerta per poter cogliere l'intuizione esatta del disegno suggerita dal ritmo del respiro e dall'equilibrio raggiunto del corpo.

In questo caso si tratta più di un equilibrio psicofisico, poiché è un bilanciamento tra fattori endogeni ed esogeni all'organismo. Come insegna Karshan, l'equilibrio è un concetto in continuo divenire: Galeno, medico e filosofo noto anche per aver prestato le sue cure all'imperatore Marco Aurelio, fu il primo ad affermare che il corpo umano non è mai perfettamente statico tant'è che è soggetto continuamente a piccoli tremori.

Karshan con una piccola coreografia di passi che chiama appunto la sua coreografia interna, in quanto segue il ritmo del suo respiro, solleva la gamba sinistra appoggiandosi al tavolo da disegno sulla stessa mano sinistra, e allungando il braccio destro in avanti disegna tenendo la matita in asse alla mano come se fosse un suo prolungamento.

Una volta tracciato il segno, dall'alto del foglio verso il basso, si ferma per un breve intervallo e rimarca il segno dal basso verso l'alto o gira il foglio in senso antiorario e contando nuovamente i suoi respiri, ripete i movimenti descritti.

Kandinskij affermava che le linee non sono altro che le proiezioni dinamiche di punti in messi in moto da differenti forze e in diverse direzioni.

I modelli di segni e le forme geometriche tracciate da Karshan, diventano le triettoie delle forze fisiche e psichiche controllate da uno strumento naturale di misurazione, che è appunto il suo corpo.

Soundings

Lavorando nell'assoluto silenzio del suo studio di Londra, Karshan intorno agli anni '90 scoprì che il suono prodotto dal movimento della matita che scorreva sul foglio, l'aiutava nell'esecuzione del disegno dandole un'ulteriore traccia rispetto al ritmo della respirazione. Non a caso Joseph Beyus esortava ad ascoltare e basta, poiché l'ascolto del suono è un atto scultoreo. L'orecchio è il vero senso della scultura.

Nel 2002 la film maker Candida Richardson interessata alla genesi del disegno astratto e a come il disegno astratto si forma permettendo alla mente inconscia dell'artista di prendere il sopravvento, realizzò nello studio di Karshan il film Movements and Thier Images dove riprendeva l'artista mentre disegnava.

Fu allora che Linda e Candida decisero di sperimentare insieme Soundings (che prende ispirazione per il titolo dall'opera Essais di Michel Eyquem de Montaigne, un'ampia raccolta di brani di varia estensione, scritti senza seguire un progetto prestabilito).

A partire dal 10 ottobre 2014 Richardsoncon apparecchi acustici molto sofisticati, registrò nello studio dell'artista l'esecuzione di sei disegni. Linda Karshan ricorda : "In quel giorno le linee da tracciare erano prima molto lunghe, poi più corte, poi brevi. Queste ultime erano come punteggiate, disegnate con vigore e anche con grande velocità. Così la varietà di linee ha dato consistenza al pezzo, combinato con i passi e la porta del mio studio che sbatteva. Questi sei disegni hanno dato origine a sondaggi. I primi due erano preludi; quindi stabilivano la griglia. Il numero 3 fu quello, completamente disegnato in quello stesso giorno mentre gli stadi successivi venivano fissati per il 4, 5 e 6. Questi ultimi furono sviluppati i giorni successivi, progredendo secondo i turni. I turni seguirono, come per necessità; ¼ cerchio, giro, ¼ cerchio giro, ¼ cerchio giro, ¼ cerchio, giro . Infine furono 8 archi di quarto e 32 archi per turno."

Ascoltando la registrazione di questi suoni si ha la rappresentazione plastica di questa speciale coreografia, nella quale la matita danza condotta nei suoi passi dall'artista.

La Croce Greca per L'Aquila

Nelle figure geometriche dei disegni di Karshan, compare ripetutamente la croce greca come forma archetipo, dell'equilibrio tra la terra e il cielo nel cerchio cosmico.

Ed è proprio questo disegno che l'artista ha voluto dedicare alla città dell'Aquila e al suo territorio.

Il disegno della Croce Greca per L'Aquilarimanda non solo alla decorazione della facciata gotica di Santa Maria a Collemaggio, ma anche alla leggendaria tradizione dei cavalieri templari alla quale è legata la splendida Basilica.

Nel 2017, Matthias Bärmann ha descritto il significato della croce Greca in rapporto a LK: "È l'evocazione equilibrata del rapporto tra cielo e terra, maschio e femmina, esseri umani e Dio, tempo che procede e tempo momentaneo. Nell'architettura, è orientata al centro, all'opposto della basilica a navate. Collega i quattro punti cardinali e rappresenta le quattro stagioni. Se circoscritta, ne emerge un cerchio. È la forma più antica e semplice della croce, la croce del primo cristianesimo, del cristianesimo orientale, la croce dei Templari. La crux quadrata. La sua forma è priva di anima, di allineamento, di teleologia, di progresso: è semplicemente lì, semplicemente ciò che è."


La torre di libri


La scultura di libri a forma di torre che Linda Karshan ha ideato per la biblioteca di Palazzo dell'Emiciclo è un'opera site specific realizzata con l'aiuto degli studenti degli Atenei dell'Aquila, utilizzando materiali della library personale dell'artista e materiali di provenienza del territorio dell'Aquila e dell'Abruzzo. In questatorre che simboleggia l'areté (il raggiungimento della saggezza), i libri sono sovrapposti tra loro e in un precario equilibrio, per restituire quell'idea di fragilità della cultura che se non è ben fondata può crollare da un momento all'altro. Ma l'artista insegna che costruire con saggezza, può essere determinante per il destino di tutta l'umanità. Innanzittutto bisogna avere solide basi, materiali di prima qualità e un'ottima tecnica. Ed è per questo che sceglie di mettere alla base della torre i testi che sono alla base dei suoi studi di artista: Modern Europena Civilisation; Western Intellectual Thought; e L'Art Roman.

Per poi proseguire con i testi principali che hanno formato il suo lavoro; I quattro libri dell'architettura di Andrea Palladio (donatole dal padre di Candida Richardson) ; Piero della Francesca, Leonardo e Il trattato sulla pittura di Martin Kemp; Samuel Beckett's Reader; Dante , La città di Firenze di R.W..B Lewis; Needs, Values, Truth di David Wiggins; Penser Dieu di Anca Vasiliu; Eudaemonia di Aristotele; The Marriage of Cadmus, Harmony di Roberto Calasso; The Library of Babel di Borges; 2 saggi di Lapham's Quarterly on the topics of Discovery, States of Mind; 10 letture di David Wiggins; Il mio nome è Rosso, Red Doc, Plainwater di Anne Carson(i tre libri sono stati donati all'artista dal direttore del British Museum in occasione della mostra a San Giorgio a Venezia), Watermarsk di Joseph Brodsky(donatole dal figlio Thomas durante il soggiorno veneziano per l'inaugurazione della mostra); un testo scritto da lei e Time : una collezione di testi di filosofia sul tema del tempo (regalatole molti anni fa da suo figlio)e il suo Platone, un libro su Euclide e Six Memos for the Next Millenium di Italo Calvino.

Infine in cima alla torre, l'artista ha previsto di collocare il suo meteorite di ferro Toluca proveniente da Xiquipilio in Messico, accanto al meteorite Morasko di suo marito Howard. L'associazione tra i due meteoriti richiama la dualità e unità degli opposti nella croce greca, quindi il maschile contrapposto e unito al femminile. Il meteorite Toluca le fu donato per il suo sessantesimo compleanno, da Matthias Barmann curatore, autore ed editore tedesco esperto nell'arte moderna e contemporanea dei rapporti tra le tecniche tradizionali della cultura asiatica e le scienze e la filosofia. L'artista lo vide per la prima volta a casa di Barmann in Bavaria, e ne fu subito attratta per via delle superfici che recano figure di Widmanstatten (particolari motivi geometrici). Quello che la colpì di più fu proprio la condizione delle sue origini, poiché si era formato a gravità zero.

Così domandò a Barmann di averne un esemplare da esporre insieme ai suoi disegni affinché i visitatori cogliessero a prima vista la similitudine con i suoi disegni e comprendessero che il suo lavoro aspira ad una dimensione dove non c'è più nessuna forza di gravità.


Gli antichi greci aspiravano all'aretè o virtù; aspiravano all'eccellenza del corpo, della mente e del carattere. Il raggiungimento di questo obiettivo richiede moltissimo impegno. Richiede anche tempo, allenamento e pazienza dopo aver riconosciuto la "nostra forma particolare".

Per me tutto questo è una seconda natura: la mia forma è l'archetipo del tempo.

Tracciando i miei numeri e ritmi, scandisco il tempo stesso, quell'immagine mobile dell'eternità come descrive Platone nel Timeo.

Quest'immagine può essere udita e vista in Soundings: il disegno acustico registrato sulla carta.

La mia figura può essere udita e vista aprendo gli occhi, le orecchie e il cuore.

Le mie forme sono universali; appartengono a tutti noi. Spero che questo incontro possa offrire agli studenti e cittadini dell'Aquila una speranza per il futuro.

Linda Karshan (ottobre 2018)


Il ritrovato convento San Michele e la biblioteca di Palazzo dell'Emiciclo

Dal 1606 su proposta dello studioso frate cappuccino Francesco Vastarini, si pensò a costruire all'Aquila una sede dell'ordine dei frati minori entro le mura della città. Fu così che su progetto di padre Bernardo Romano prese forma il convento dedicato all'arcangelo Michele, costituito essenzialmente da una chiesa e affiancata da un convento quadrangolare con cortile al centro, su due livelli con ambienti di servizio a piano terra e le camere per i frati al primo piano. Alle spalle del complesso verso la cinta muraria, vi era l'orto con i campi del convento.

Nel 1865 dopo l'Unità d'Italia il convento fu soppresso ed espropriato, e i cappuccini si trasferirono nel Complesso di Santa Chiara a Borgo Rivera e il convento di San Michele divenne sede della Guardia di Finanza e poi l'amministrazione comunale che ne prese la gestione, decise di localizzarci l'Esposizione Regionale con una riconversione dell'architetto Carlo Waldis che lo trasformò nell'attuale caratteristica facciata ad esedra porticata in corrispondenza della Villa Comunale. Il complesso ospitò l'Esposizione del 1903 e quelle successive. Nel 1972 la sede della giunta regionale venne trasferita all'Emiciclo, che fu restaurato per dall'architetto Renzo Mancini grazie all'intuizione del soprintendente Mario Moretti.

Nel 1984 il complesso fu ampliato con nuovi edifici progettati dall'architetto Giuseppe Santoro.

Il terremoto del 2009 danneggiò gravemente l'intero complesso, pertanto l'Emiciclo fu sottoposto ad un radicale progetto di ricostruzione secondo le normative antisismiche. E' stato riaperto al pubblico il 22 giugno del 2018. L'intervento ha permesso la realizzazione di una nuova fondazione al di sotto del complesso e la posa in opera di 61 isolatori sismici.

E' il primo palazzo pubblico in Italia e in Europa ad aver adottato una soluzione antisismica così avanzata.

Grazie a questo radicale intervento condotto dalla Soprintendenza per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città dell'Aquila e i Comuni del Cratere, sono stati rinvenuti gli antichi ambienti del convento seicentesco e della chiesa, rimasti nascosti per anni nei sotterranei dell'Emiciclo e che attualmente ospitano la Biblioteca di Palazzo dell'Emiciclo.

Come afferma la soprintendente Alessandra Vittorini

I rinvenimenti, gli antichi percorsi e la tracce del passato riemergono dal sottosuolo e ridisegnano la storia urbana, concorrendo alla costruzione di nuove conoscenze e contribuendo al recupero di una memoria collettiva della città e del territorio..."

Nella transizione dalla tarda antichità al Medioevo, i monasteri e subito dopo anche i conventi, ebbero un importante funzione sociale, in quanto luoghi di conservazione della scrittura e del sapere.

Le loro biblioteche contenevano opere di teologica, retorica, storia, architettura, medicina e matematica e altre scienze naturali nonché trattati sullo stato, sulla filosofia e poesia.

I manoscritti nacquero, dalla tarda antichità al Rinascimento, nei monasteri.

La trascrizione dei codici e il loro studio , divennero il compito primario del convento.

La miniatura dei codici assunse un ruolo fondamentale per la divulgazione delle Regole dell'ordine e della cultura della scrittura specifica del monastero, e ogni monastero aveva un'apposita sala scriptorium dove lavoravano gli amanuensi.

L'intervento artistico di Linda Karshan per la biblioteca dell'Aquila, oltre a porre l'attenzione sul valore dell'arte e della cultura per la ricostruzione identitaria di una città di grandissime e storiche tradizioni culturali com'è L'Aquila, è anche uno spunto di riflessione sul concetto di equilibrio, in un territorio afflitto da continui tremori della terra.

Ripensare all'equilibrio come uno stato dinamico e non di quiete, porta inevitabilmente ad avere una visione più fisiologica degli eventi. La conoscenza in termini filosofici e scientifici della nozione di equilibrio proposta dal lavoro artistico di Karshan, diventa un possibile percorso per restituire fiducia alla città affinché possa vivere serenamente nei luoghi ritrovati.

La donazione dall'artista anglo-americana per Palazzo dell'Emiciclo, fornirà l'occasione unica e imperdibile per costruire un network tra la biblioteca dell'Aquila e le biblioteche delle università e dei musei internazionali presso i quali è accreditata l'artista, per uno scambio culturale nelle materie filosofiche e scientifiche, con il fine di organizzare all'Aquila periodicamente seminari, convegni e lectures con esponenti della cultura internazionale. Pertanto la biblioteca dell'Aquila diverrà il primo modello in Italia, di biblioteca che propone un'idea circolare della cultura, intesa come luogo attivo e propulsivo non solo di ricerca e studi, ma anche di nuovi stimoli verso la comunità locale ed internazionale.

Per tutte le ragioni appena esposte Nove artisti per la ricostruzione rifacendosi alle teorie di Vitruvio che indica le biblioteche come opere pubbliche per le opportunitas, è lieta di presentare la biblioteca per L'Aquila di Linda Karshan, con l'auspicio che i cittadini dopo aver affrontato inevitabili e numerosi cambiamenti, possano ritrovare un loro equilibrio grazie anche alla cultura.